Public Car Sex Draws Crowds

Avevamo trascorso la sera di capodanno da amici, quando fummo svegliati da Claudio. “I miei stanno per tornare, è meglio se liberiamo la casa”.
Ci vestimmo rapidamente e scendemmo in strada rifugiandoci in auto. I marciapiedi erano ricoperti di neve. Sophie disse: “Voglio stare ancora un po’ con te prima di tornare a casa. Andiamo in un posto tranquillo”.
Scivolammo sulle strade deserte fino a quel parco un po’ fuori mano; parcheggiai l'auto rivolta verso il fianco della collina, che in quel punto saliva scoscesa ed era completamente imbiancata. Sophie mi sussurrò nell'orecchio: “Voglio farti un pompino”. Pompini, pompini, pompini. All'epoca ne era letteralmente ossessionata; una volta mi disse di voler affinare la sua abilità, quasi si trattasse del gesto tecnico di un'atleta. Si mise in ginocchio sul sedile e mi sbottonò la patta, estraendo l'uccello dalle mutande; in un paio di leccate era duro, così proseguì il suo lavoro mentre le infilavo la mano nei pantaloni e inzuppavo due dita nella figa. Circondò la cappella con la bocca e mi stimolò il buchino roteando la lingua calda. Con la mano libera le afferrai i capelli e accompagnai i movimenti della sua testa, spingendo il cazzo più a fondo in gola; il rumore del risucchio, che Sophie enfatizzava mano a mano che la scopavo sempre più forte con le dita, mi eccitava sempre di più. Quando venni serrò le labbra intorno all’asta e ingoiò tutta la sborra senza perderne neanche una goccia, come faceva sempre. Fu in quel momento che aprii gli occhi e li notai, non più di cinquanta metri davanti a noi, arrampicati sulla ripida discesa e immersi nella neve. Un signore attempato con un enorme gatto nero di razza Maine Coone al guinzaglio guardava nella nostra direzione; anche l'animale sembrava osservarci - probabilmente si erano goduti tutto lo spettacolo. Rimasi a fissare gli occhi gialli del felino per alcuni lunghissimi istanti, mentre il mio cuore rallentava dopo l'orgasmo. Poi il padrone diede uno strattone al guinzaglio e i due spettatori ripresero la loro passeggiata mattutina.

We had spent New Year's Eve with some friends, when we were awakened by Claudio. "My parents are getting back, it's better if you leave".

We quickly dressed and headed down to the street, taking shelter in the car. The sidewalks were covered in snow. Sophie said: "I want to stay with you a little bit more before we go home; let's go somewhere quiet".
We drove on the empty streets to park in the outskirts of the city; I parked the car facing the side of the hill, which in that spot was steep and completely white. Sophie whispered in my ear: "I want to suck your dick". A blowjob. At that time she was literally obsessed with blowjobs; once she even told me she was trying to hone her skills, as if she were some kind of athlete in the sex olympics. She knelt on the seat and unbuttoned my pants, freeing the cock from the shorts; in just a couple of licks it was hard, so she continued her work while I slipped my hand in her pants and drenched two fingers in her pussy. She surrounded my tip with her mouth and started tickling the little hole with round movements of the warm tongue. I grabbed her hair and accompanied the movements of her head, pushing deeper down her throat; the sucking noise, which Sophie emphasized as I kept fucking her stronger and stronger with my fingers, turned me on even more. When I came she clamped her lips around the shaft and swallowed every single drop of my semen, as she always did. In that exact moment I opened my eyes and noticed them, no more than fifty meters from us, perched on the steep slope and surrounded by snow: an elderly man with a huge black Maine Coone on a leash was looking towards us; the animal seemed to be watching us as well - they had probably enjoyed the whole show. There I sat, staring into the bright yellow eyes of the cat for a few eternal moments, while my heart slowed down after the orgasm. The owner then pulled the leash with a sudden movement, and the two spectators resumed their morning walk.