Ci sentono da laggiù?

A Sexual Fantasy

— By I racconti del divano

C’era una ragazza, ex-scout, le piaceva fare lunghe passeggiate per i boschi. Un caldo giorno feriale di metà autunno andammo insieme. Non c’era un’anima in giro. Il sentiero era splendido, impervio e selvaggio, ma mentirei se dicessi di ricordarmi qualcosa oltre ai suoi fianchi morbidi, avvolti in un paio di leggings neri, che oscillavano a destra e a sinistra, i suoi polpacci scolpiti, il suo sorriso delizioso ogni volta che si voltava a guardarmi. A metà percorso, in cima alla vetta, l’orizzonte si estendeva per chilometri tutto intorno a noi, su boschi e uliveti, sul borgo lontano. Il silenzio era sconvolgente. Urlò dalla gioia, ruotando su sé stessa. Poi mi chiese: – Secondo te ci sentono da laggiù? La avvicinai in un bacio, carezzandola sulla guancia. Con il pollice tracciavo il confine delle sue labbra delicate, che si aprivano al mio tocco. – Credo di sì. Ma di sicuro non ci vedono. E io conosco un modo per farti stare zitta. Forse ho rovinato un momento romantico, ma non dimenticherò mai gli istanti successivi: i suoi occhi da cerbiatta che si spalancano confusi, mentre è sopraffatta dal mio desiderio e lo fa suo, e si lascia guidare dalla mia mano verso la mia erezione, il cuore a mille e le ginocchia molli, fremente come un animaletto selvatico.

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