The milking room

A Sexual Fantasy

— By chrissy

Mi fanno accomodare in una stanza dalle pareti bianche. Anche il pavimento è bianco. Sono nudo, se si eccettua un piccolo asciugamano annodato sui fianchi. Al centro della stanza c’è quello che a tutta prima può sembrare un comune tavolo rettangolare. Avvicinandomi, però, mi rendo conto che si tratta di un oggetto del tutto particolare.

 

Quello che attira da subito la mia attenzione sono i fori, assolutamente perfetti, che vi sono praticati. Due di eguale misura nella parte superiore e uno più piccolo nella metà inferiore. La mia immaginazione non riesce ad attribuire a quelle aperture il loro naturale utilizzo, fino a che sulla porta non compare una ragazza che cattura prepotentemente il mio sguardo. Ha il corpo così bello che, guardandolo, smetto di respirare, senza accorgermene. Chi si sdraierà per primo, su quel tavolo? Chi sarà il primo a subire le smanie dell’altro?

 

La ragazza, Ingrid si chiama, mi passa a fianco, senza sfiorarmi, senza alcun segno di turbamento nel vedermi così chiaramente eccitato da lei. Va ad appoggiarsi con il bacino sul lato più corto del tavolo, quindi vi si sdraia a pancia sotto. Come avevo previsto, i seni si infilano nelle due aperture superiori ed escono nuovamente sotto al tavolo. Con gli occhi, lei mi fa segno che è lì, sotto il tavolo, che devo andare a mettermi. Le ubbidisco senza indugi. Mi siedo per terra, le gambe incrociate, tendo il collo e mi trovo quei due seni duri e puntuti a un palmo dalla bocca. Cosa posso fare, ora, se non afferrarli con le labbra, strizzarli con le mani, succhiarli, nel disperato tentativo di mungerli?

 
– È la legge di questa casa. La ragazza e il cliente possono fare tutto, senza limiti, ma solo attraverso i fori del tavolo.
Si gira sulla schiena, poi si rizza a sedere e appoggia le cosce sopra la superficie lucida del tavolo, facendo in modo che le aperture del culo e della fica corrispondano con il buco.
– Sdraiati, – mi dice. Non me lo faccio ripetere. Salgo sul tavolo, mi stendo supino infilando il cazzo teso nel buco piccolo.